Idrosemina

Idrosemina. Tecniche, Vantaggi, Soluzioni.

Idrosemina. Tecniche, Vantaggi, Soluzioni.

L’idrosemina consiste nell’irrorare a pressione sulla superficie del terreno, attraverso apposite macchine, seme mescolato ad acqua, materiali consolidanti, collanti e concimi.

Il principale vantaggio di questa procedura consiste nel poter seminare scarpate e pendii difficilmente raggiungibili e lavorabili, trovando pertanto largo impiego nell’inerbimento di piste da sci, cave, scarpate stradali, aree soggette ad erosione superficiali, smottamenti, ecc.

Per ottenere un risultato soddisfacente, oltre che operare nei periodi più opportuni per la semina e per la germinazione delle plantule, è fondamentale scegliere i giusti materiali che devono adattarsi a seconda della specificità delle condizioni e del sito sul quale si andrà ad operare.

PRIMA FASE: SCEGLIERE IL GIUSTO MISCUGLIO

Il primo importante step è la scelta del miscuglio di semente da impiegare. In questa fase dobbiamo analizzare in primo luogo le condizioni climatiche, pedologiche ed ambientali in cui dovremo eseguire il lavoro. Dobbiamo accertare se avremo a disposizione un impianto di irrigazione. Capire la disponibilità di acqua nei periodi critici. Inoltre pensare anche alla funzione che avrà il nostro prato una volta insediato (funzione ornamentale, tecnica, ecc.).

Festuca Ovina

Qualora dovessimo inerbire scarpate presenti all’interno di proprietà che pertanto devono ottemperare anche a funzioni ornamentali, molto interessante è l’utilizzo di miscele contenenti Festuca ovina. Forma infatti un inerbimento persistente e compatto, caratterizzato da tessitura fogliare finissima, crescita verticale ridotta al minimo e fabbisogni nutritivi ed irrigui bassissimi.

Le necessità manutentive di questa specie sono molto ridotte (1 o 2 tagli all’anno). A riguardo Tempoverde propone Blue Technical GT, miscuglio tollerante al glyphosate formato dal 55% di Festuca ovina “Soil guard”, dal 15% di Festuca rubra commutata, dal 25% di Festuca rubra trichophylla e dal 5% di Lolium perenne.

Graminacee e Leguminose

Qualora viceversa avessimo la necessità di eseguire un inerbimento esclusivamente tecnico con fini di recupero ambientale, la scelta del seme dovrà essere eseguita sulla base di una accurata analisi della composizione floristica del sito di intervento.

Generalmente, in questo caso i miscugli saranno formati da un numero consistente di specie sia graminacee che leguminose. Una volta germinate, a seconda delle specifiche condizioni, andranno a formare una comunità vegetale stabile con il dominio di alcune specie su altre.

In altri termini alcune specie avranno un rendimento migliore nello sfruttare le disponibilità di acqua, elementi nutritivi, luce e spazio, di conseguenza, col tempo, avranno giocoforza il sopravvento su altre che tenderanno a scomparire o ad essere presenti sporadicamente.

Anche in questo caso Tempoverde ha a disposizione un proprio miscuglio (Scarpate e argini). E’ molto completo e polivalente, ma all’occorrenza è in grado di offrire assistenza tecnica per creare miscugli che si adattino alla specificità della situazione ed alla richiesta del cliente.

SECONDA FASE: FISSARE IL SEME AL SUOLO

Il secondo importante step riguarda la scelta dei materiali dei prodotti per il fissaggio del seme al suolo.

Senza questi fondamentali “ingredienti”, in particolare in condizione di forte pendenza, il seme da solo non riuscirebbe a rimanere “aggrappato” alla scarpata con l’effetto di non ottenere un uniforme inerbimento del sito oggetto di intervento.

Tra questi ingredienti di fissaggio rivestono particolare importanza i materiali pacciamanti. Essi sono generalmente composti in fibre naturali di diversa natura e consentono di creare un guscio protettivo. Formano un’emulsione omogenea con la semente e i fertilizzanti. Tale guscio crea un microclima favorevole per l’ottimale germinazione e permette di tenere sotto controllo l’erosione durante le fasi di crescita della vegetazione.

Per le scarpate più dolci si può utilizzare un mulch composto esclusivamente da fibre di cellulosa. Per pendenze più importanti invece, è possibile orientarsi su pacciamanti composti da fibre di paglia o da fibre di legno.

È interessante evidenziare che, mentre il mulch composto da fibre di legno (Mat-fiber) forma un’armatura funzionale più tenace. Il mulch composto da fibre derivate dalla paglia trattata termicamente e tagliata alla giusta lunghezza migliora la velocità e uniformità di germinazione ed impianto (Hydro Straw).

Per le pendenze più severe è possibile optare per un’ulteriore categoria di prodotti realizzati con matrice di fibre legate e biopolimeri. Queste, distribuite a doppio passaggio, dopo una breve essiccazione, si legano tra loro formando una stuoia protettiva. Questa stuoia è in grado di resistere alle avverse condizione atmosferiche e fissare il terreno e la semente molto tenacemente (Soil Guard).

TERZA FASE: AGGIUNGERE IL COLLANTE

Per migliorare ulteriormente le performance di questi prodotti è opportuno inoltre addizionare un altro elemento alla miscela da idroseminare: la colla. E’ un materiale quasi sempre di origine sintetica che stabilizza e blocca il materiale di copertura che abbiamo descritto precedentemente (mulch).

Una colla da idrosemina di buona qualità non deve otturare gli ugelli e i tubi della macchina da idrosemina, non deve interferire con la germinazione dei semi. Deve inoltre amalgamarsi bene con gli ulteriori componenti presenti nel serbatoio. Il consiglio, per evitare la formazione di fastidiosi grumi, è quello di versare nel serbatoio il collante poco alla volta continuando a mescolare bene la miscela. Attivando così gli agitatori della macchina fino a poco tempo prima dell’effettiva distribuzione.

QUARTA FASE: AIUTARE LA FERTILITÀ DEL SUBSTRATO

Con l’intento di aumentare la fertilità del substrato ed accelerare l’insediamento del cotico erboso, si suggerisce infine di aggiungere nel serbatoio fertilizzanti organici o organominerali. Per esempio Habitat 4.0.8 oppure Naturale 12.6.8.

In fine, è possibile utilizzare, congiuntamente ai prodotti precedentemente indicati, inoculi a base di batteri PGPR e funghi detti micorrizici. Questi creano associazioni simbiotiche con le radici delle piante seminate. Favoriscono inoltre l’incremento dello sviluppo dell’apparato radicale e migliorano la resistenza agli attacchi dei patogeni ed agli stress idrici (Soil Power).

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